
Si tratta della consueta attività di manutenzione ordinaria programmata tipica dei consorzi di bonifica durante la stagione estiva: alla continua ricerca di equilibrio tra sicurezza idraulica e tutela ambientale, tra chi vorrebbe “tutto pulito” e chi preferirebbe lasciare spazio alla naturalità dei corsi d’acqua.
Sono l’attività più tipica e caratterizzante dei consorzi di bonifica sia che si occupino di sola difesa del suolo o anche di irrigazione, tanto che molti la percepiscono e la semplificano così: “I consorzi di bonifica? Servono a tagliare l’erba”. E benché gli sfalci siano effettivamente una delle attività principali della bonifica, per dirla in inglese il core business dei consorzi, non sono certo l’unica funzione di un ente tecnico operativo impegnato in una grande varietà di manutenzioni ordinarie e straordinarie per la difesa del suolo e la prevenzione dai rischi idrogeologici del territorio ma sono sicuramente una delle lavorazioni più discusse.
Tra tagliatori totali e fautori di una fascia riparia incolta come spesso accade “la virtù sta nel mezzo”: i primi spingono per avere percorsi arginali e sponde fluviali fin da subito ben rasati per attività sportive e serene passeggiate con gli amici a quattro zampe liberi da zecche e forasacchi oppure lamentano la presenza di topi, serpenti e zanzare o più generalmente pulizia e decoro; i secondi difendono erbe e canneti come semplice e libera espressione della biodiversità del corso d’acqua oppure come occasione di rifugio per la fauna, dagli insetti alle molte altre specie fluviali che vivono e si riproducono più vicino al ciglio di sponda: uccelli nidificanti a terra, anfibi, piccoli pesci, etc.
Per questo il Consorzio di Bonifica Medio Valdarno, così come altri consorzi della Regione Toscana con diverse esperienze positive in materia, è continuamente alla ricerca di occasioni di aggiornamento, confronto e dialogo per l’individuazione di luoghi, tempi e modi delle manutenzioni che tengano conto sia delle necessità di gestione del reticolo idrografico per la sicurezza idraulica, la fruibilità e il decoro che degli aspetti naturalistici, ambientali e paesaggistici salienti di ciascuno dei corsi d’acqua oggetto di manutenzione. Una operazione all’apparenza semplice, quella di tagliare l’erba, i rovi e i cannetti lungo fiumi, torrenti e rii ma che in realtà necessita di un iter di programmazione, preparazione ed affidamento che prende avvio già molti mesi prima e comporta alcune attenzioni particolari in fase di esecuzione.
DOVE? I tagli sono quasi del tutto limitati ai tratti interni ai centri abitati, ai tratti in cui sono presenti opere e sistemazioni idrauliche come argini, casse di espansione, canali di immissione o derivazione, etc. sull’intero manufatto artificiale – come ad esempio l’intero prisma del rilevato arginale – o su fasce d’intorno all’opera sufficientemente ampie per la percorribilità e ispezionabilità del corso d’acqua. Per fare un esempio relativamente al Consorzio di Bonifica Medio Valdarno, i tratti oggetto di manutenzione programmata sono circa 2100 km su un reticolo idrografico dello sviluppo totale di circa 5600 km.
COME? Il Consorzio di Bonifica Medio Valdarno, così come gli altri consorzi di bonifica regionali, svolge questo tipo di attività in parte in amministrazione diretta, ovvero con personale e mezzi propri e in parte mediante affidamenti esterni in modo da garantire l’esecuzione dei lavori, con solitamente almeno un paio di passaggi, quasi in simultanea su chilometri e chilometri di tratti di corsi d’acqua in manutenzione: la vegetazione stagionale spunta e cresce molto velocemente; basti pensare ad esempio che la canna comune (Arundo donax) può arrivare a crescere fino a 5 cm al giorno!
QUANDO? Queste manutenzioni si svolgono nella stagione primaverile ed estiva poiché al termine di ogni stagione invernale è fondamentale ispezionare le strutture arginali, le opere e le sistemazioni idrauliche per individuare cedimenti o altre eventuali criticità per poi provvedere a ripristini e riparazioni durante la bella stagione quando i livelli idrometrici sono al minimo. Per eseguire i tagli è fondamentale verificare ed eventualmente attendere che gli argini siano asciutti e praticabili senza arrecare danni al passaggio dei mezzi operativi assai pesanti e anche per questo, dovendo stare sia ai capricci del meteo che ad eventuali richieste specifiche per particolari occasioni di socialità delle varie comunità locali, si conta di eseguire il primo passaggio di sfalcio ovunque necessario entro il mese di giugno di ogni anno; un tempistica alla continua ricerca di equilibrio con ordini di priorità che tengano conto sia delle esigenze di fruibilità e decoro nei tratti cittadini – dove in molti vorrebbero il taglio prima possibile appena cresce un po’ di più l’erba – sia dell’opportunità di rispetto dell’habitat naturale che invece richiederebbe di ritardare più possibile il passaggio per lasciare tempo alle uova di schiudersi e ai piccoli esemplari della fauna nidificante lungo l’acqua di riuscire ad allontanarsi all’arrivo dei trattori. A fine estate poi, entro ottobre-novembre, è altrettanto importante eseguire un ultimo passaggio per liberare totalmente la sezione d’alveo in vista delle nuove piene autunnali e invernali.
QUANTO? Tecnici ed operatori del Consorzio di bonifica o delle imprese esterne sono ormai sempre più sensibili, attenti e consapevoli del fatto che lasciare una fascia più o meno ampia o tratti alternati di vegetazione incolta può essere fondamentale per la tutela dell’avifauna nidificante così come degli anfibi e di altre specie presenti o in riproduzione nelle vicinanze dell’acqua durante la stagione primaverile. Per questo, specie nei primi passaggi, può sembrare che il lavoro non sia stato ben completato fino al ciglio di sponda; e invece no, si tratta di un’accortezza importante a tutela dell’habitat fluviale; nell’ultimo passaggio prima dell’autunno-inverno invece si tenderà piuttosto a liberare totalmente la sezione d’alveo in vista delle nuove piene.
PERCHÉ? L’obiettivo strategico delle manutenzioni programmate mediante sfalcio della vegetazione erbacea e arbustiva è la necessità di liberare le pertinenze fluviali per verificare che manufatti, sistemazioni e opere idrauliche – come un argine ad esempio – siano solidi e ben funzionanti in modo da approfittare poi dei bassi livelli idrometrici estivi per eseguire meglio riparazioni, manutenzioni, etc. Classico esempio, in questo senso, sono le numerose tane di nutrie e altri animali selvatici che si proprio durante lo sfalcio e la successiva ispezione vengono rinvenute e segnalate dai tecnici ed operatori consortili: in questo caso si procede prima possibile con la messa in sicurezza grazie ad un intervento incidentale o in casi più gravi, con veri e proprie operazioni di escavazione e risanamento arginale, che tra l’altro possono arrivare a costare anche diverse migliaia di euro.
“Ogni corso d’acqua ha la propria specificità – spiega il Presidente del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno Marco Bottino – e i nostri tecnici, ciascuno responsabile per zona, sanno bene cosa fare per mettere insieme sicurezza idraulica e tutela ambientale, grazie ad anni di esperienza ed interlocuzione con comuni, associazioni e portatori d’interesse locali”.