Quali sono state le strategie vincenti adottate dall’umanità per affrontare i mutamenti climatici e i fenomeni atmosferici estremi? Da questa domanda nasce la mostra diffusa tra il Museo Archeologico Nazionale e il Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze.

L’esposizione, curata da Biancamaria Aranguren, Silvia Florindi, Daniele Federico Maras, Daniela Puzio e Anna Revedin, è dedicata all’importantissimo sito preistorico di Poggetti Vecchi (Grosseto), che è già salito alla ribalta sia scientifica sia del grande pubblico internazionale per i reperti eccezionali che ha restituito. In particolare spiccano i resti ossei riferibili a un’intera famiglia di elefanti antichi e gli straordinari reperti di legno appartenuti a un gruppo di Neanderthal e risalenti a oltre 170.000 anni fa. Lo scavo archeologico nel sito costituisce un laboratorio eccezionale per lo studio dei cambiamenti ambientali e per l’adattamento delle comunità umane in periodi di crisi climatica.

A latere dell’esposizione, dal 24 al 26 ottobre, il rapporto tra uomo e ambiente sarà al centro del ciclo di conferenze “Rischio e risorsa. La risposta delle comunità preistoriche alle sfide ambientali”, tre giornate di studi al Dipartimento di Biologia dell’UNIFI con cinquanta interventi di oltre duecento studiosi, docenti ed esperti di preistoria e protostoria in occasione del 70° anniversario della fondazione dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria. Attraverso approcci scientifici interdisciplinari, si indagherà il rapporto tra comunità antiche e ambiente, verificando come queste abbiano interagito con il proprio ecosistema e reagito ai suoi mutamenti. Le evidenze del cambiamento climatico in atto, hanno portato al centro dell’attenzione la complessità di tale rapporto e sottolineato la necessità di comprendere i meccanismi dei cambiamenti ambientali nel lungo termine e il loro effetto sul paesaggio, sull’economia e sulle società umane.