Cecilia Del Re

La seconda intervista di MV.it è ancora ad una donna, l’Assessore del Comune di Firenze Cecilia Del Re, principale riferimento per il Consorzio nell’Amministrazione cittadina in materia di rischio idrogeologico, gestione e riqualificazione dell’Arno e degli altri corsi d’acqua fiorentini.

“Avvocato, fiorentina, nel 2014 ho deciso di candidarmi alle elezioni comunali a sostegno del Sindaco Nardella per poter dare il mio contributo alla crescita e alla cura della città in cui sono nata ed in cui sono sempre tornata dopo i periodi di studio trascorsi all’estero – esordisce così Cecilia Del Re la sua presentazione per questa sua intervista a MedioValdarno.it – Dopo due anni e mezzo da consigliera, nel 2017 il Sindaco mi ha chiamata con sé in Giunta con le deleghe a Sviluppo economico e Turismo. Nuovamente eletta nel 2019, sono stata chiamata dal Sindaco nel suo nuovo mandato a ricoprire le deleghe di Urbanistica, Ambiente, Agricoltura urbana, Turismo, Innovazione Tecnologica, Smart city, e Coordinamento dei progetti per il Recovery Plan”.

Per il Comune di Firenze lei è attualmente membro dell’Assemblea del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno, conosceva già i consorzi, cosa ha imparato, come valuta questa Sua esperienza?

Conoscevo ruolo e funzioni del Consorzio di Bonifica grazie all’esperienza amministrativa da consigliera, ma da assessore all’ambiente ho potuto apprezzare la vitalità di questo ente, la sua strategicità per gli obiettivi ambientali degli enti locali ed anche la passione e competenza di chi ci lavora.

Lei ha uno più luoghi del cuore che facciano riferimento ad uno dei fiumi e torrenti della città?

Il mio luogo del cuore è senza dubbio la parte dell’Arno dove hanno sede i canottieri ai piedi del Ponte Vecchio. Firenze vista da lì è ancora più bella. Un altro luogo da valorizzare è il Terzo giardino, inaugurato sulle sponde del fiume solo un paio di anni fa.

Del lavoro del Consorzio sui corsi d’acqua fiorentini, quale ritiene che siano stati e siano gli interventi più significativi per la città? E quali altri auspicherebbe venissero realizzati presto in futuro?

L’opera più significativa è senza dubbio rappresentata dal completamento del sistema di casse di espansione per mitigare il rischio idraulico sul torrente Mensola a Firenze: un intervento che si estende per oltre 18 ettari nell’area nordest della città, dando vita nella zona di Coverciano alla seconda area verde più grande della città, dopo le Cascine. Le casse di espansione del Mensola rappresentano il piano più ambizioso realizzato negli ultimi 50 anni per prevenire esondazioni non solo all’altezza del fiume Arno, ma su tutto il reticolo del fiume. A questo intervento si sono più recentemente affiancate numerose azioni di recupero per la messa in sicurezza e vivibilità del fiume. Tra queste, il nuovo tratto percorribile sotto il lungarno della Zecca Vecchia, ma anche la messa in sicurezza del tratto finale del Mensola che confluisce in Arno, i nuovi accessi e percorribilità degli argini in sponda sinistra tra Argingrosso e Fonderia e le opere su parapetti e sponda del lungarno Corsini. Per il futuro, auspico che il tema delle sponde verdi, così importanti per la biodiversità, siano sempre più al centro dell’azione e della comunicazione del Consorzio, che vogliamo sostenere nella rappresentazione di un ecosistema dove ogni piccolo animale è essenziale per la vita del pianeta.

Difesa del suolo e prevenzione dal rischio idrogeologico, i temi che riguardano il Consorzio, sono strettamente legati e dipendenti dalle scelte urbanistiche; forse in passato di questo binomio non si è avuta grande considerazione, finendo per togliere un po’ ovunque spazio ai nostri fiumi; oggi si parla sempre più spesso di volumi zero, recupero edilizio e inedificabilità sui corsi d’acqua, siamo sulla strada giusta?

La difesa del suolo e la prevenzione del rischio idrogeologico sono temi centrali per questa Amministrazione. Negli ultimi anni sono stati realizzati molti interventi atti alla salvaguardia del nostro territorio, a partire dal Piano Strutturale a volumi zero approvato nel 2010, che verrà confermato anche nell’aggiornamento del Piano Strutturale 2020. La diminuzione del consumo del suolo e il costante recupero di spazi verdi sono infatti due fattori essenziali per la tutela ambientale e la sicurezza della nostra città. Altro punto centrale nella prevenzione del rischio idrogeologico ha riguardato la messa in sicurezza oltre che del tratto cittadino dell’Arno anche dei reticoli minori, in particolar modo Terzolle e Mugnone, che negli anni passati avevano costituito un pericolo per il centro abitato e che oggi si ritrovano più sicuri e riqualificati. Certamente la manutenzione degli argini da parte del Consorzio è molto importante non solo per la sicurezza idraulica, ma anche per la fruibilità degli stessi da parte dei cittadini che oggi possono godersi molti percorsi recuperati in riva al nostro Arno e ai nostri torrenti.

Si parla sempre più spesso ormai, specie nelle settimane intorno all’anniversario dell’alluvione del 1966, di “Arno più sicuro, pulito, da vivere” in cosa si concretizzano questi obiettivi, a che punto siamo secondo lei?

L’Arno sicuro e da vivere sarà uno dei progetti di sviluppo della città che il Comune di Firenze sosterrà anche attraverso il Recovery Plan. Un progetto chiave di sviluppo e di rilancio dell’Arno, che vede nella sicurezza e vivibilità del fiume uno strumento di ripartenza per la città. Un intervento che mette insieme aspetti ambientali e di sicurezza territoriale, ma anche di mobilità sostenibile, nuova vitalità culturale del fiume, valorizzazione delle periferie e connessione con il territorio metropolitano. In questa logica, considero importante anche la firma del “Patto per l’Arno” tra le amministrazioni pubbliche e gli enti a vario titolo coinvolti nella gestione dell’Arno: uno strumento che conferma la volontà di lanciare un percorso partecipativo e condiviso per arrivare al Contratto di fiume per l’Arno con l’obiettivo di individuare, programmare e realizzare azioni e misure coordinate di prevenzione del rischio idraulico e tutela delle risorse, a partire dalla messa a sistema del patrimonio condiviso di conoscenze delle criticità e potenzialità del territorio che si estende lungo tutto il corso del fiume. Resta ancora molto da fare, sia sul fronte della sicurezza – dove l’impegno deve essere costante e auspichiamo lo sblocco dei fondi stanziati dal Ministero per la messa in sicurezza dell’Arno, ma mai trasferiti alla Regione -, sia sul fronte della riappropriazione di questo spazio. La strada intrapresa pare però essere quella giusta.

Acqua, quando troppa, quando poca, sempre più inquinata: è davvero questo l’elemento fondamentale per la sfida ambientale per il futuro del pianeta?

Il territorio italiano è un territorio molto fragile dal punto di vista idrogeologico e lo vediamo continuamente in occasione di perturbazioni che, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici, provocano troppo spesso danni enormi e purtroppo anche morti. Dall’altro lato, ci troviamo anche a vivere lunghi periodi di siccità che rischiano di far scarseggiare le risorse idriche che troppo spesso diamo per scontate aprendo il rubinetto dell’acqua. L’acqua è un elemento fondamentale per la vita di tutti noi, e se guardiamo a quella parte di Mondo nella quale le risorse idriche sono pressoché inesistenti, possiamo comprendere come anche un semplice pozzo possa essere fonte di vita per un intero villaggio. E’ fondamentale quindi salvaguardare quanto più possibile questa risorsa, consapevoli che i cambiamenti climatici e l’avanzata della desertificazione metteranno a rischio siccità molti territori negli anni a venire. In questo scenario però Firenze si inserisce come una città che negli anni ha fatto numerosi interventi che vanno in questa direzione, anche in scala metropolitana. Oltre alla messa in sicurezza dei corsi d’acqua, sono stati fatti interventi per garantire riserve di acqua, come ad esempio la diga di bilancino e per tutelare la qualità dell’acqua, con la realizzazione del depuratore di San Colombano. Di fronte poi alla necessità di garantire un corretto attecchimento dei nuovi alberi che stiamo mettendo a dimora all’interno dei progetti di forestazione urbana in corso di realizzazione, siamo stati fra le prime città a sperimentare – grazie a fondi europei – sistemi di irrigazione smart, connessi alla rete LoRaWAN, che consentono nelle nuove aree verdi di Firenze di risparmiare fino al 30% di acqua all’anno.